mercoledì 24 dicembre 2014
Benvenuti in paradiso!
Io non lo so se il paradiso esiste, ma voglio dedicargli comunque questa ultima casella del mio calendario. Lo faccio perchè, per la prima volta nella mia vita, e mi duole ammetterlo, sto mettendo in discussione se non l'esistenza, quantomeno l'amore di Dio verso noi comuni mortali. Mi capita questo a sommatoria di un grande dolore, l'aver visto sfiorire, nel corpo e nella mente, una persona a me cara, che accompagna la mia vita praticamente da sempre. Ma va be', questa è un'altra storia e oggi è Natale e non è tempo di storie tristi.
Dicevo del paradiso, la prima volta che l'ho immaginato mi pareva l'uscio di casa di nonna Stella. Era un giorno pieno di sole, quando gli occhi non ce la fanno a restare aperti, talmente forte è la luce che li abbaglia. Ho immaginato mia nonna fare la maglia, assorta e tranquilla, seduta dietro la finestra di casa sua, con quella beatitudine di luce a fargli da strada. Il paradiso? Lo immagino dentro un gran baccano, ma di quelli pacifici, che non stordiscono i pensieri, ma li rasserenano. Vedo lì in mezzo una colonia con dentro tutti i cani e gli animali del mondo, che se esiste il paradiso il posto d'onore lo meritano loro. Anche se la Bibbia non lo prescrive, io non riesco a immaginare l'iperuranio, ad esempio, senza cani. Non lo reputo proprio possibile. Che i cani sono creature che amano per amare, che se ne fregano di una sgarbo, di uno sgambetto o di un'omissione. Fanno della fedeltà la loro vocazione di vita e potrebbero rimanerti accanto sempre, se solo il ciclo dei loro giorni glielo consentisse. E penso che dall'altra parte loro possano giocare felici, tra fresbee, salsicce e montagne di nutella, senza dovere temere il diabete o il traffico della città. Poi in paradiso immagino tanti bimbi, tutti quelli che non sono mai nati. Quelli voluti dalle loro madri, ma indesiderati dal destino e anche e soprattutto quelli rifiutati. Lì, se Dio c'è, avrà previsto per loro un riscatto, un faccino roseo, una coperta calda, una ninna nanna e un giorno la possibilità di rivedere le loro madri e di stare per sempre al calduccio con loro, in quella perfezione che non sarà mai di questa terra. In paradiso immagino un sottofondo musicale, di quelli talmente belli, che a un certo punto non ti accorgi più che c'è. Che ne so, un Nuovo cinema paradiso o un Favoloso mondo di Amelie. Penso che non ci saranno password, nè inviti da accettare perchè si deve, nè facce brutte da sopportare, di quelle che quando ce le hai di fronte ti fanno sentire perennemente lo stomaco sossopra, come alla vigilia di un esame. In paradiso immagino che ci sia mio zio Santo, la persona più buona che io abbia mai conosciuto. In paradiso ci dovranno pur essere quegli atei che però hanno cambiato in meglio l'umanità. Da qui a cent'anni, per esempio, vuoi che il prof. Veronesi non finisca in paradiso? Sarebbe un'ingiustizia il contrario! E poi certi disadattati, quelli che nessuno li vuole, che girovagano per le strade - nel mio paese ne ho conosciuti diversi - che magari ogni tanto fanno volare una bestemmia, ma senza livore, senza che l'insulto gli parta dal cuore, ma solo da qualche parete di infelicità. A questa gente, a cui la vita la chance della fortuna non l'ha manco data, vogliamo negare il paradiso? E a certe grandi madri, che non hanno santificato le feste, ma hanno venerato l'altare delle loro famiglie, adorando i figli e preparando loro la strada, affinchè questa fosse la migliore? A loro, un Dio giusto, negherebbe il paradiso? Non credo, suvvia! Poi ragionando al contrario, io se fossi Dio non farei entrare in paradiso la tipa di un bar, che qualche giorno fa ha mandato a quel paese una povera vecchina, che voleva a tutti i costi un cornetto al cioccolato. L'ha trattata così male, che mi sono permessa di leggerle negli occhi una cattiveria ben più profonda di quel gesto di superficie. E quanto desolati erano gli occhi della vecchina. Io in paradiso non installerei i perbenisti, quelli che stanno lì incartati come una bomboniera e se solo salta un fiocchetto sono lì pronti a puntare il dito, che la perfezione si è inceppata e con essa anche tutti i loro meschini equilibri. Io poi in paradiso non farei assolutamente entrare quelli che giocano con l'innocenza degli altri. A loro sbarrerei proprio la strada a un passo dall'arrivo, così da fargli provare la desolazione che hanno martellato nel cuore gli altri. Penso a chi mortifica i bambini, a chi violenta le donne (nel corpo e nello spirito), ai padri assenti, alle madri immeritevoli, a chi demolisce la speranza di una vita che vuole nascere (che quando, ad esempio, sta per arrivare una nuova vita credo sia peccato mortale dire: "Ma sei proprio sicura di volerlo tenere?" e Dio, se c'è, deve pure appuntarlo da qualche parte, che questa sì che è la bestemmia peggiore!). Il paradiso? lo immagino leggero, una piuma appena, dove poter volteggiare come gli austronauti, facendo piroette, sorrisi e cacciando via tutti quei maledetti equivoci, che qui sulla terra ci sbarrano sovente la porta del nostro piccolo paradiso quotidiano. Buon Natale
Auguro a me e a noi di concederci il dono dell'essere noi stessi, di non doverci sentire felici per forza, di avere il coraggio di declinare un invito e di accettarne un altro. Di coccolarci, da soli o in compagnia e di assecondare ogni battito del nostro cuore. Vi ringrazio di cuore per avermi dedicato in questi giorni la vostra attenzione e un pezzo unico del vostro tempo. Spero di continuare con le mie storie e di ricevere ancora i vostri clic. Un abbraccio a tutti Maristella
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